![]() | ||||
|
la trama è questa: (cit. Wikipedia)
Il film è basato sull'attività dei servizi
segreti che ha portato all'individuazione e all'uccisione di Osama bin Laden, il 2 maggio
2011 ad Abbottabad,
Pakistan
da parte del DEVGRU.
La trama si sviluppa in un arco di tempo compreso
tra il 2001
e il 2011, e narra le indagini e le ricerche che portano l'agente CIA Maya a scovare il
nascondiglio del capo di al-Qaida. Maya è una giovane agente della CIA che per otto anni vive e lavora
concentrandosi esclusivamente sui dati di intelligence relativi a Osama bin
Laden, leader di al-Qaeda. Nel 2003, ancora fresca di laurea, viene assegnata in Pakistan,
dove assiste agli interrogatori ai prigionieri condotti nei black sites della CIA.
Qui assiste, senza nascondere una riluttanza
iniziale, alle torture - o enhanced
interrogation techniques, ovvero "tecniche di interrogatorio
rafforzate" secondo l'eufemismo della CIA: il waterboarding,
le botte, le umiliazioni, la privazione del sonno, la costrizione in catene o
dentro scatole di legno.
Jessica, l'unica persona con cui a volte
condivide una cena, è sulle tracce di un giordano che sarebbe disposto a
infiltrarsi nella aree tribali dell'Afghanistan,
in cui si ritiene possa nascondersi Bin Laden. Anche se Maya non ci crede - "Non si può dirigere una rete di
terrorismo internazionale stando in una grotta" - cerca comunque di
sostenere l'amica. Erano al Marriot di Islamabad, alle 19 e 35 ora pakistana
del 20 settembre 2008,
quando l'hotel venne sventrato dallo scoppio di 600 kg di esplosivo. Maya è
stata oggetto anche di un altro attentato, a colpi di Kalašnikov,
di fronte al portone della sua residenza in Pakistan.
Dopo molte incertezze si stabilisce un incontro
con il giordano disposto a tradire: ma l'uomo si rivelerà un terrorista e -
dopo essere riuscito a entrare in un campo militare americano - si farà
saltare, uccidendo Jessica e altre cinque persone.
Negli anni successivi la sola pista non abbia
subito smentite è quella di Abu Ahmed,
un nome di battaglia con cui viene chiamato il più fidato corriere dei Bin Laden.
Molti detenuti ammettono di averlo visto, lo descrivono ma non sanno indicare
dove si trovi. Tutti concordano sul fatto che è un uomo importante, vicino al
capo dell'organizzazione, che fa la spola tra Bin Laden e un suo luogotenente:
Abu Faraj. A metà del 2005,
Abu Faraj viene catturato dalla CIA in Pakistan. Maya lo interroga sotto
tortura, ma lui continua a negare di conoscere Abu Ahmed. Maya interpreta
questa reticenza come una conferma che Abu Faraj cerca di nascondere
l'importanza del suo uomo.
Maya diventa una 'single-tasker', si concentra
cioè esclusivamente sulla ricerca di Abu Ahmed, decisa a usarlo per trovare Bin
Laden. Durante i successivi cinque anni, non fa altro. Non ha amici, non ha
uomini: "Scopare con un collega?
non mi sembra proprio il caso", vive da sola. Un detenuto giordano
cui viene mostrata la foto di Abu Ahmed sostiene che l'uomo è stato ucciso nel
2001 e lui lo ha seppellito con le sue mani. Sembra credibile. Nove anni di
ricerche di Maya sono resi vani in un attimo. Gli agenti più anziani e i capi
della CIA cominciano a chiedersi se Maya abbia sviluppato una forma di mania
per questa pista, che sembra morta. Ma Maya non si lascia smontare, risale al
nome della famiglia di Abu Ahmed: un collega marocchino, che lavora sugli
archivi fotografici, le suggerisce che Abu Ahmed potrebbe essere Ibrahim Sayeed. Ha scoperto che
Ibrahim Sayeed aveva un fratello, Habib, e suppone che la foto dell'uomo morto
possa essere la sua. In effetti Habib è stato ucciso in Afghanistan nel 2001. Lo conoscono da
tempo ma non avevano mai pensato a uno scambio di identità. Maya è d'accordo ,
contatta Dan, che nel frattempo è salito di livello, al quartier generale della
CIA.
La CIA mette sotto controllo il telefono della
madre di Abu Ahmed. L'uomo, che chiama la madre dal Pakistan, sa di essere
sorvegliato: cambia posizione molto spesso, non parla mai di fatti cruciali,
non dà informazioni sui propri movimenti. A Maya sembrano tutte conferme che si
tratta del messaggero di Bin Laden. Un commando di truppe speciali inviato sul
campo riesce a individuare visivamente l'uomo che usa il telefono: mesi di
appostamenti nei mercati affollati da cui provengono le telefonate, portano a
un individuo che guida una jeep bianca. Seguendo i suoi spostamenti, gli agenti
individuano un compound un po' fuori da Abbottabad,
in Pakistan, non lontano dall'Accademia militare Pakistana.
La CIA mette il compound sotto sorveglianza per
vari mesi, utilizzando satelliti e spie, cercando di far entrare un medico con
la scusa di vaccinare i bambini, rinchiusi dentro le mura della casa. Gli
analisti individuano tre donne e due uomini. Presumono ce ne sia un terzo che
non si mostra mai. Maya è convinta che sia Bin Laden. Durante una riunione cui
partecipa anche il capo supremo della CIA, Leon Panetta,
viene valutata la probabilità che il leader di al-Queda sia effettivamente
nella casa. Prima di recarsi al briefing con il presidente degli Stati Uniti,
il direttore della CIA chiede ai sui più alti funzionari, cosa pensano delle
intuizioni di Maya. Tutti si fermano a una probabilità tra il 60 e l'80%. Maya
sbotta: "Sono certa al 100%, anzi
no, visto che il 100% vi fa andare fuori di testa, diciamo il 95%, ma è 100%".
Si decide intanto di preparare un piano
d'attacco, utilizzando due elicotteri invisibili, sviluppati nell'Area 51,
top-secret,
in dotazione al 160º Reggimento "Special Operations Aviation
Regiment". Entreranno segretamente in Pakistan e caleranno una squadra di
US Navy SEAL
che prenderà d'assalto il compound di Abbottabad.
Dopo 219 giorni, in cui ogni giorno Maya, con un
pennarello rosso, ha scritto sul vetro del suo capo il numero di giorni passati
senza prendere l'iniziativa, con il rischio che Bin Laden cambi nascondiglio,
il raid è approvato per la notte del 2 maggio 2011. I SEAL, nonostante
la perdita di uno degli elicotteri, riescono a penetrare nel compound, dove
uccidono gli uomini presenti e salgono al terzo piano. Qui trovano Bin Laden.
Uccidono anche lui. Ripartono e portano in una base Usa a Jalalabad,
in Afghanistan
il cadavere del leader di al-Quaeda e tutta la documentazione rinvenuta nel suo
ufficio, su diversi supporti: CD, DVD, computer, raccoglitori. Qui trovano Maya
e gli altri agenti della CIA ad attenderli. Si effettua il riconoscimento
ufficiale del corpo di Bin Laden. Maya conferma visivamente l'identità del
leader di al-Quaeda. Tutto è finito. Sale a bordo di un aereo militare per
tornare negli Stati Uniti. Il pilota nota: "Dovete essere una persona importante. L'aereo è tutto per voi. Ho
l'ordine di portarvi dove volete": Maya continua a tacere e inizia
a piangere in silenzio.
Recensione di Book Cinema E molto Altro
Che dire, un film SPETTACOLARE, molto crudo, violento, soprattutto all'inizio, quando viene mostrata la tortura di un prigioniero musulmano.
L'attrice Jessica Chastain è brava, non la conoscevo ancora, ma merita attenzione! Il suo ruolo, direi da protagonista, è enigmatico, forte, tenace e quasi maniacale. La sua "ossessione" di catturare Osama Bin Laden la porta a estraniarsi dalla vita normale. Negli ultimi anni prima della cattura vive solo setacciando videocassette, interrogando in incognita testimoni e prigionieri.
Gli effetti speciali sono UNICI! Qualche scena:
Il film ha avuto delle critiche per la presentazione di scene di tortura da parte delle forze americane, Ma soprattutto è stata candidata a 5 Oscar e ne ha vinto 1: Miglior Montaggio Sonoro
Da vedere!
Nessun commento:
Posta un commento