lunedì 22 luglio 2013

Educazione siberiana di Gabriele Salvatores


 

Trama (spoiler) da Wikipedia
In un povero villaggio in Transnistria (nella Moldavia Orientale), il giovane Kolima cresce in simbiosi con l'amico Gagarin, sotto l'attenta supervisione del nonno (e capo della comunità siberiana), che insegna loro come la vita debba essere affrontata nel rispetto di rigide regole. I due giovani, insieme ad altri due ragazzi facenti parte della compagnia, apprendono così l'importanza dei tatuaggi, del rispetto nei confronti dei deboli e del disprezzo di alcune categorie sociali (come polizia, banchieri, spacciatori ed usurai). La vita sembra procedere "tranquilla" ma un giorno, durante un furto organizzato dai ragazzini ai danni dell'esercito russo, Gagarin viene catturato e condannato a sette anni di galera. Quando Gagarin esce è cambiato. La sua naturale tendenza alla violenza, l'incapacità di amare e provare sentimenti "genuini" e il suo non scendere a compromessi (o scegliere la via facile piuttosto che quella giusta) emergono in modo prorompente. Per qualche anno le cose sembrano andare bene, tanto che i quattro ragazzi vivono abbastanza serenamente, grazie anche alla presenza di Xenya, ragazza dalla mente semplice (figlia del nuovo medico del quartiere). Poi le cose precipitano: Vitalic muore affogato in un tragico incidente mentre Gagarin si perde nel tunnel della droga e della "nuova criminalità organizzata" della città russa (senza codici o regolamentazioni, senza l'onore "siberiano"). Sempre più ai ferri corti, l'amicizia di Gagarin e Kolima s'interrompe definitivamente quando quest'ultimo, nel frattempo diventato tatuatore, scopre che Gagarin ha rapporti col Seme Nero e che fa appunto uso di droghe. Non solo: Kolima viene pure imprigionato dalla polizia russa (con accuse piuttosto blande, a dire il vero) e, quando esce, scopre che Gagarin è fuggito, dopo aver violentato la povera Xenya (che, scioccata, si è chiusa in se stessa ed è entrata in uno stato catatonico). Seguendo le istruzioni del nonno, Kolima si arruola nell'esercito russo in modo da scovare l'amico. Circa cinque anni dopo lo trova. Gagarin, senza neanche combattere, si lascia sparare.

 Frasi
« La fame viene e scompare ma la dignità una volta persa non torna mai più. » (Nonno Kuzja)
« Ma ricordati, dobbiamo avere rispetto per tutte le creature viventi. Eccetto che: la polizia, i banchieri, gli usurai. Rubare a queste persone è permesso. » (Nonno Kuzja)

il film è tratto dal romanzo omonimo di Nicolai Lilin (12/02/1980), scrittore moldavo che vive in Italia dal 2003. Lilin gestisce anche un laboratorio di disegno e tatuaggio tradizionale siberiano a Milano, chiamato Kolima Contemporary Culture.



una delle scena più emozionanti e scenograficamente belle, con il contrasto dei colori della giostra e il grigiore della citta sotto la neve:




















John Malkovich:
Arnas Fedaravicius:

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